Oltre 60 persone hanno perso la vita credendo alle zone a basso rischio sismico; cosa puoi imparare qualcosa da questa sventura?

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In questo articolo parleremo delle varie zone sismiche e di come anche nelle aree a basso rischio, la situazione sia tutt’altro che da sottovalutare. Nel precedente articolo abbiamo parlato di quanto sia inattendibile la mappa sismica dei terremoti passati e le mappe di pericolosità sismica su cui basiamo tutti i nostri ragionamenti.

Ti ho spiegato che sono state fatte prendendo lo storico dei terremoti tramandati dal medioevo a oggi, e che ovviamente possono essere soggetti ad errori o smarrimenti man mano che venivano tramandati. Senza considerare il fatto che per il 90% dei terremoti riportati non esistevano strumenti in grado di misurare la loro entità, come avviene oggi.

In ogni caso, anche nel caso improbabile che i dati fossero tutti attendibili, per come sono costruite non ci danno alcuna certezza su cosa avverrà in futuro. Infatti queste carte ci danno solo la probabilità che un terremoto di una certa entità possa manifestarsi entro un tot di tempo.

Non dicono nulla di più, e quindi non possiamo essere certi di cosa accadrà domani. Io sinceramente non lo sono, e tu?

In più ingegneri e progettisti usano questi dati per calcolare le fondamenta e le colonne delle nostre case... Anzi a dire il vero neanche quello, perché più avanti ti svelerò che in realtà usiamo un valore ancora minore di quello atteso..

Tralasciando per un attimo questo aspetto in questo articolo voglio portarti un paio di esempi, molto importanti, che ti aiuteranno a capire che in realtà anche in zone sismiche che pensiamo siano a basso rischio, sono avvenuti terremoti devastanti.

Parto da quelli più recenti che avrai ancora a mente rispetto ad altri più datati. In ordine possiamo subito parlare del terremoto dell’Emilia Romagna. Immagino ricorderai bene il terremoto di Finale Emilia del 2012.

Magnitudo circa 5,9 ;  27 morti ; Miglia di sfollati ; Decine di edifici rasi al suolo.

finale-emilia-2012

Tale è stata la forza che è stato avvertito anche in Francia, Austria e Croazia. Non tutti sanno però alcune cose molto più importanti.

 

Prima del 2003 questo comune non era neanche mai stato inserito tra i comuni con rischio sismico e quindi tutte le costruzioni costruite antecedentemente a questa data, non avevano requisiti sismici da rispettare.

 

mappa-pericolosita-sismica   Rischio sismico Emilia Romagna post 2003

 

Quindi circa 15 anni fa, non 100, tutti pensavano che questa zona fosse a bassissimo rischio sismico, e lo puoi vedere dalla mappa di sopra in cui la zona è riportata in grigio (NC: non classificata). Tutti vivevano tranquilli non pensando al terremoto.

Nella nuova carta del 2003 la nuova cartina ha definito per la zona una pericolosità molto bassa. La zona è stata fatta di un bel color verde che rende tutti tranquilli. Le zone rosse e viola sono ben distanti quindi perché mai costruire case antisismiche!?!?

E infatti le costruzioni del posto, al primo terremoto inatteso si sono letteralmente sbriciolate. Basta che fai qualche ricerca nel web e le trovi di sicuro.

Questo perché l'accelerazione del suolo è stata doppio rispetto a quanto era stato preventivato nella mappe sismiche del 2008, quindi questo ci fa capire quanto queste mappe siano pochi attendibili e non diano na reale sicurezza alle persone.

Tralasciando le migliaia di cavolate che si potevano sentire sui telegiornali o leggere su alcuni quotidiani in quei giorni, qualcuno di un po’ più competente scriveva:

“scossa improvvisa e inattesa in Emilia Romagna, un terremoto di questa entità si verifica circa ogni 1000 anni”

Ecco appunto..

Si verifica ogni 1000 anni..

Ed è una stima abbastanza corretta, che ci dice che se anche una zona è a rischio basso ci sono delle probabilità che accada. E non così piccole come ci vogliono far credere.

Se c'è possibilità che un terremoto avvenga ogni 1000 anni perché dimensioniamo le case in base alla probabilità dei terremoti che avvengono solo nei prossimi 50?

 

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Giustamente anche andare in giro in macchina ha un rischio però si cerca di evitarlo mettendo le opportune sicurezze come le cinture e gli airbag.

Qui invece sulla normativa sismica non si fa niente se non quando avviene un terremoto che costa la vita a decine di persone. E comunque spesso, anche dopo tragici eventi non si fa nulla, se ne parla per diverso tempo ma poi nessuno agisce.

L’immobilismo dei nostri politici è ormai consolidato. Pensano più ad arrivare a un numero di mesi di governo sufficienti per garantire a loro la pensione parlamentare, invece che alla sicurezza dei cittadini.

Tornando però sul terremoto di Finale Emilia, la sismicità molto bassa della zona non ha garantito che un terremoto molto più forte di quello stimato accadesse in quella zona.

Ti faccio un quadro di confronto tra il terremoto dell’Emilia e quello dell’Aquila.

Zona sismica pericolosita

Come puoi vedere la zona dell’Aquila, nel grafico a sinistra è molto più rischiosa di quella di Finale Emilia sulla destra eppure abbiamo avuto un terremoto all’incirca della stessa magnitudo.

Ti apparirà chiaro che un sistema basato sulle probabilità non ci dà la tranquillità di cui abbiamo bisogno. Anzi!

In questo momento lo sbaglio più grande che puoi fare è sottovalutare il rischio sismico della tua zona. Qualunque essa sia, puoi essere soggetto a un forte terremoto anche domani mattina.

 

Penso sia una esperienza molto drammatica che fortunatamente io non ho mai vissuto e che non auguro a nessuno. Anche perché in Italia come ben sappiamo i tempi per il ripristino durano anche decenni.

Se guardi un po’ in internet e fai delle ricerche puoi trovare qualche articolo di fine 2015 in cui si scrive:

Cronaca italiana, ancora senza casa a 35 anni dal terremoto dell'Irpinia

L'inchiesta tra i container a Cava de' Tirreni, dopo 35 anni dal terremoto. E il ricordo, a L'Aquila, delle 309 vittime del sisma di sei anni fa

05 aprile 2015

TERREMOTO DELL'IRPINIA

Così vivono 53 famiglie ancora senza casa dopo il terremoto dell'Irpinia

TERREMOTO DELL'IRPINIA, DOPO 35 ANNI ANCORA SFOLLATI

CAVA DE' TIRRENI. Dopo 35 anni sono ancora sfollati, da quel 23 novembre 1980 giorno del terremoto dell'Irpinia 53 famiglie sono ancora senza casa. Vivono nei container, ormai fatiscenti e assediati dall’amianto, in uno stato di assoluto imbarbarimento economico e sociale.

 

Situazioni davvero improponibili in un paese come l’Italia che dovrebbe essere civilizzato. Eppure la macchina degli aiuti è fermata dalla burocrazia che c’è dietro ogni angolo.

Un altro esempio, combinazione di errata gestione del rischio sismico e di cattiva gestione comunale e quindi ancora più eclatante è successo nel 2002 quando in Molise, nel comune di San Giuliano di Puglia. Anche questo comune come quello di Finale Emilia non era classificato a rischio sismico.

In una zona come il Molise, spesso caratterizzata da eventi sismici, vicino ad altri comuni con rischio sismico, spiccava un piccolo paese che non si capisce perché non aveva rischio sismico.

In ogni caso il risultato è stato grossomodo lo stesso: 30 vittime tra cui 27 bambini rimasti vittime dal crollo della scuola elementare.

vittime-crollo-scuola-elementare

Da quando sono venuto a conoscenza del fatto che esiste un rischio concreto anche nelle zone  sismiche classificate a basso rischio ho cercato il più possibile di diffondere la notizia.

Mi sembra corretto e doveroso che tutti sappiano realmente quello che può succedere.

E questo è il motivo che mi ha spinto ad aprire un blog proprio incentrato su queste problematiche e ad intraprendere anche un progetto immobiliare per la costruzione di case veramente antisismiche.

Ho avuto modo di parlare una volta con un ragazzo che vive ad Amatrice e che in prima persona ho vissuto la fatidica notte di fine agosto in cui è avvenuto il terremoto.

Mi ha confidato che non riesce a trasmettermi le sensazioni che ha provato in quel momento perché sono indescrivibili.

Il senso di smarrimento era talmente tanto perché non sapeva più dove andare e cosa fare, da un momento all’altro poteva crollarti addosso qualcosa o aprirsi una voragine nel terreno.

In pratica non esisteva un posto dove pensare di essere sicuri, e per lui è stata la sensazione più brutta della sua vita.

Poi se a questo aggiungiamo la disperazione che regnava in quei momenti a notte fonda gli viene ancora la pelle d’oca.

Oggi a distanza di 6 mesi lui e la sua famiglia, che sono tra i più fortunati, perchè sono stati ospitati da alcuni amici, vanno a dare una mano a quelle centinaia di persone che vivono nelle tendopoli e nelle baracche dove la notte si arriva anche a 5 gradi sotto zero.

Non è mia intenzione spaventarti. Voglio solo trasmettere il concetto che il problema è dietro l’angolo e in tutte le zone sismiche esiste un rischio concreto.

Non lo siamo perché le mappe sismiche non ci danno certezza e perché la normativa italiana non ci cautela in nessun modo.

E tu cosa ne pensi? (lascia pure un commento)

In uno dei miei prossimi articoli ti parlerò proprio della normativa sulle costruzioni in Italia.

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Ciao e ci vediamo al prossimo articolo!

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Categorie: Problema sismico

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