Mappe del rischio sismico VS mappe di pericolosità sismica. Sono due cose completamente differenti... attento a non confonderle.
Ti anticipo subito che questo articolo è un po' più tecnico rispetto ai precedenti.
E' importante sviscerare questo argomento per entrare più nel dettaglio e farti capire cosa devi guardare e cosa può portarti veramente fuori strada.
Per poter capire al meglio questo articolo hai bisogno almeno di leggere questi due articoli dove ci sono le basi da cui partiremo.
Sono due articoli molto semplici e brevi da leggere e quindi ti consiglio di farlo prima possibile.
Articolo 1: http://casewonderwall.com/il-grande-problema-della-mappa-sismica-italiana/
Letti questi possiamo proseguire senza alcun problema.
Possiamo sintetizzare questi primi due articoli in due concetti molto semplici:
- Le mappe di pericolosità sismica sono costruite partendo dallo storico dei documenti tramandati (non si sa come) dal medioevo in poi, e sono costruite ipotizzando la gravità degli eventi accaduti perché non esistevano strumenti di misura.
- Le mappe ci dicono che la probabilità che in una zona, possa accadere un terremoto di una certa entità ogni tot di anni. Non ci dicono in nessun modo che questi terremoti possano essere più forti o più frequenti del previsto.
Partendo da questi 2 punti entriamo a fondo nei vari argomenti.
Vorrei parlarti subito delle mappe del rischio sismico che tanti persone mi hanno chiesto in cosa sono differenti dalle mappe di pericolosità.
Le mappe di rischio sismico sono nate per scopi differenti da quelle di pericolosità, e adesso vedremo il perchè.
In queste mappe si è deciso di dividere questi livelli di pericolosità sismica in 4 classi.
Ogni regione italiana definisce per i comuni di competenza la classe che meglio si adatta.
Le 4 tipologie di zone sono:
zona 1, dove forti o fortissimi terremoti sono molto probabili.
zona 2, dove forti terremoti sono probabili.
zona 3, con eventi forti poco frequenti, o terremoti moderati ma frequenti.
zona 4, con rari terremoti di energia moderata. Forti terremoti, seppur molto rari, sono comunque possibili. In questa zona è necessario almeno tutelare la sicurezza di edifici strategici e di elevato affollamento.
Queste definizioni sono state fatte dagli organi incaricati e le puoi trovare su siti istituzionali.
Ti sarà balzato subito all’occhio che nella zona 4, anche se a basso rischio, non escludono terremoti di grande entità.
Ed è proprio quello su cui molto spesso mi senti insistere, per far capire a voi il potenziale rischio che stiamo correndo.
In ogni caso risulta molto chiaro che, anche per la classificazione in zone, si stia parlando di probabilità che succeda un certo evento.
Queste zone sono caratterizzate da un rischio sismico che è una stima del danno atteso dopo il verificarsi di un evento sismico.
E’ un concetto assai diverso da quello delle mappe di pericolosità.
Queste ultime classificano il territorio in base a dei valori di accelerazione previsti nel terreno (forza della scossa), mentre il rischio sismico non guarda alla potenza della scossa ma ai possibili danni attesi.
Il rischio è un parametro più complesso che dipende da:
- pericolosità dell’area, cioè lo scuotimento sismico che è probabile attendersi in un certo tempo (che è l’ultima mappa vista)
- esposizione, cioè la quantità di cose (edifici, infrastrutture) e persone che potrebbero essere danneggiate
- vulnerabilità degli edifici e delle infrastrutture dell’area, cioè la loro maggiore o minore propensione a essere danneggiati dal terremoto
Appare chiaro che quindi stiamo parlando di qualcosa non misurabile perché viene determinato da una stima che viene fatta sulla quantità e qualità degli edifici di quella particolare zona.
Una zona a pericolosità sismica molto elevata, ma priva di attività umane ha un rischio sismico molto basso.
Al contrario, una zona a pericolosità sismica bassa, ma molto popolata, o i cui edifici siano mal costruiti o mal conservati, ha un livello di rischio sismico molto elevato, poiché anche un terremoto moderato potrebbe produrre conseguenze gravi.
Questo concetto è molto simile al concetto di intensità tipico della scala Mercalli.
Questo concetto di rischio sismico però può creare un grosso problema perché il valore che prende il rischio della tua zona non dipende solo dalla potenza del terremoto ma anche dal tipo di costruzioni della tua zona.
Se tu hai una casa con bassa resistenza sismica, ma tutti intorno a te hanno abitazioni con alta resistenza, tu allora sarai in un comune in cui il rischio non è alto perché la vulnerabilità degli edifici è molto bassa.
Paradossalmente ti senti al sicuro anche se in realtà non lo sei.
Questa mappa del rischio sismico quindi non va bene a noi per capire bene la realtà sismica del posto, ma viene usata dalla protezione civile per capire, a fronte di un evento sismico, i possibili danni in quella particolare zona e capire come soccorrere le persone.
Danno alla protezione civile una idea della quantità di danni che avverranno in una determinata zona.
Adesso abbiamo capito la differenza tra i due tipi di mappa e quindi hai capito che noi dobbiamo guardare le mappe di pericolosità e non a quelle di rischio sismico.
Sia per capire la sismicità della tua zona, sia per dimensionare la struttura della tua casa.
Spero di aver spiegato al meglio, per tutti quelli che mi hanno chiesto, la differenza tra i due tipi di mappa.
Quando qualche geometra o architetto, come mi è capitato di vedere recentemente, da ai propri clienti queste mappe vuol dire che della sismicità italiana capisce ben poco.
Anzi, per vedere la sua competenza, come quella delle imprese, potresti chiedere la differenza tra la mappa di rischio sismico e quella di pericolosità sismica.
Guardali in faccia bene e vedrai la loro espressione, varrà molto più di mille parole...
Iscrivi alla mia pagina facebook: https://www.facebook.com/casewonderwall/
Se ti è piaciuto metti mi piace e condividilo con amici e parenti. Aiutami a far conoscere a più persone possibile il problema della sismicità italiana, e come fare ad evitarlo.
Al prossimo articolo!