Valutazione della vulnerabilità sismica: in cosa consiste?

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Se ne parla molto del problema sismico italiano e della posizione di rischio della nostra penisola situata proprio sopra due faglie in continuo movimento, che richiede la costruzione di case resistenti ai sismi.

Ciò di cui forse non si è a conoscenza è che il 60% del patrimonio edilizio italiano è stato costruito prima degli anni ‘70, o più precisamente prima del 1974, anno dell’entrata in vigore della Legge 64/1974 sulle norme tecniche per la realizzazione edilizia nelle aree sismiche.

Questo dato sottolinea ancora di più la necessità di non aspettare l’inevitabile, ma di giocare in anticipo e di effettuare, per prima cosa, una valutazione della vulnerabilità sismica.

Che cos’è l’analisi di vulnerabilità di un edificio? In cosa consiste e come viene effettuata? Ecco le nostre considerazioni.

 

Cos’è la valutazione della vulnerabilità sismica

Se non è possibile prevedere con esattezza l’intensità di un terremoto è invece possibile sapere quanto resisterà la tua casa nelle circostanze più critiche.

La vulnerabilità ai terremoti rileva, infatti, il livello di resistenza di un edificio in rapporto al sisma. Più precisamente è un valore numerico che riassume le capacità di resistenza e di spostamento di un’abitazione allo scatenarsi di un terremoto.

La valutazione si basa sulle direttive presenti all’interno delle Norme Tecniche per le Costruzioni relative agli edifici esistenti che prendono in considerazione:

  • l’analisi storico-critica della costruzione
  • il rilievo strutturale
  • le caratteristiche meccaniche dei materiali utilizzati
  • la definizione dei livelli di conoscenza
  • l’analisi strutturale
  • la vulnerabilità della struttura esistente
  • quali interventi sono necessari per adeguare la struttura effettuando anche una valutazione dei costi da affrontare rapportati ai vantaggi che si ottengono

Come si svolge l’analisi di vulnerabilità

L’indice da cui è costituita la valutazione è dato dalla somma dei punteggi che l’abitazione ottiene durante il sopralluogo.

I diversi ambiti considerati sono quelli già riportati in precedenza e che approfondiremo in seguito:

  • l’analisi storico critica, che crea il punto di partenza di tutta l’analisi. Qui avviene la raccolta di tutti i documenti necessari per comprendere il quadro preliminare generale, compreso di geometria dell’edificio, delle caratteristiche dei materiali e delle particolarità costruttive dell’abitazione;
  • il rilievo della geometria strutturale è la delicata fase in cui vengono raccolte le informazioni atte alla creazione del modello di calcolo per l’edificio in questione: dalle stesse NTC viene richiesto che l’indagine sia quanto più accurata e dettagliata possibile perché il modello strutturale che verrà generato sarà l documento da cui poi verranno tratte le conclusioni per definire le azioni di adeguamento sismico;
  • il terzo step è la caratterizzazione meccanica dei materiali, la quale aiuta a capire il livello di resistenza della struttura esistente. Sempre in questa fase vengono attuate le misure per l’acquisizione delle informazioni sul sottosuolo in merito alla sua caratterizzazione sismica, con cui si intende la velocità di propagazione delle onde;
  • i livelli di conoscenza previsti dalle Norme Tecniche per le Costruzioni sono tre: LC1, LC2 e LC3, il cui ultimo è il livello massimo consentito;
  • l’analisi strutturale aiuta a individuare gli strumenti e le tecniche per comprendere la meccanica della struttura e le eventuali azioni di adeguamento da effettuare. Principalmente questo calcolo permette di capire come sono distribuite le forze interne (tensioni, deformazioni, spostamenti, ecc);
  • la determinazione delle vulnerabilità attraverso l’utilizzo di indicatori di rischio che devono essere raggiunti per migliorare o adeguare l’edificio.
  • infine, la proposta degli eventuali interventi per fare in modo che l’edificio sia adeguato al rischio sismico presente nella zona. Quest’ultimo step non sarebbe stato possibile senza aver prima attraversato le fasi precedenti dell’analisi di vulnerabilità con cui non solo è possibile capire quali sono i problemi da affrontare ma anche ragionare sui migliori interventi di adeguamento o miglioramento in base anche al loro prezzo.

Gli incentivi alla valutazione del rischio sismico

Altra buona notizia è che, con l’introduzione del Sismabonus 2019 che va sostituire la normativa del 2018, è possibile usufruire di una detrazione del 100% per le spese di diagnosi della propria abitazione.

È da precisare che tale incentivo può essere sfruttato solamente da chi abita all’interno delle prime tre zone di rischio sismico italiano, ossia:

  • la zona 1, che presenta il rischio e la pericolosità più alta
  • la zona 2, sismicità medio-alta
  • la zona 3, sismicità medio-bassa

Altra novità del bonus 2019 è la possibilità di applicare gli incentivi anche agli edifici da ricostruire completamente e non solamente su quelli da ristrutturare e adeguare sismicamente.

In conclusione, non solo la valutazione della vulnerabilità aiuta a capire quanto la tua casa riesce a resistere in base all’intensità di un terremoto, ma le spese sostenute per la diagnosi sono detraibili in toto.

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Categorie: Costruzioni antisismiche, Problema sismico

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