Terremoti in Italia: Quanto sono attendibili e affidabili i dati annunciati che usiamo per costruire ?

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Quanto sono attendibili dati su cui sono costruite le nostre mappe dei terremoti passati, da cui poi vengono fatte le mappe di pericolosità?

Questo è un argomento molto spinoso (che avevo a dir la verità ho cercato di evitare)!

Partiamo da un concetto molto semplice.

Prima del 1900 non ci sono terremoti misurati con uno strumento scientifico, e dati fatti con strumenti attendibili risalgono a non più di 25 anni fa.

Per i restanti terremoti si è pervenuti a un risultato attraverso la stima dei danni arrecati nel posto, della magnitudo.

Quindi capisci bene che oltre il 90% dei terremoti catalogati non ha fondamenti scientifici.

Allora vediamo come vengono determinati questi eventi sismici storici.

La determinazione avviene da una branchia della sismologia chiamata sismologia storica o archeosismologia.

Quest’ultima ha come scopo quello di ricostruire gli scenari macrosismici, cioè gli effetti che un terremoto ha avuto nella zona interessata dal terremoto.

Quindi sono necessari competenze sia di sismologia che di archeologia per potere analizzare adeguatamente i dati.

Ovviamente non c’è internet in loro aiuto quindi le fonti da cui poter ricavare questi dati sono le più varie e sconcertanti:

  • Biblioteche ecclesiastiche
  • Giornali antichi
  • Manoscritti medioevali
  • Diari privati
  • Perizie tecniche
  • Lapidi ed epigrafi
  • Studi sismologici antichi

Praticamente di tutto e di più.

L’analisi è molto difficile per diversi motivi.

Primo perché stiamo parlando dell’epoca medioevale e successive quindi la catalogazione e il tramandamento di questi documenti non era cosa di primaria importanza.

In determinate regioni ad esempio venivano riportati solo i terremoti nelle grandi città e quelli della provincia venivano esclusi.

Quindi sicuramente una grossa mole di dati è stata nel corso degli anni persa.

Interpretare tutti questi dati, a volte provenienti da fonti diverse e addirittura in contrasto tra loro, è assai difficile.

A volte si è arrivati (come vedremo dopo) a definire alcuni eventi sismici come falsi.

 

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In secondo luogo perché al di là del fatto di reperire questi dati il problema della misura resta un problema molto grosso.

La misura veniva fatta guardando gli effetti del terremoto sulle costruzioni del tempo.

Tralasciando che le costruzioni del tempo avevano ben pochi requisiti di resistenza sismica, gli effetti su un determinato luogo non sono certo sinonimo della sua intensità.

Sappi che nell’anno 1000 la popolazione italiana era di circa 2 milioni di persone, non 60 come adesso.

Quindi i paesi erano non tanti come adesso.

Se per esempio un sisma è avvenuto in aperta campagna ad alcuni km dal centro abitato più vicino le conseguenze saranno state basse, anche se in sisma era di grande entità.

Diverso è se tale sisma fosse avvenuto direttamente nel centro abitato.

Un terremoto di magnitudo forte (M=7) a distanza di 10 km ha un effetto che è circa la metà rispetto all’epicentro.

A 30 km siamo a circa un decimo.

Quindi non abbiamo né la certezza che i dati siano rilevati, né quella del luogo esatto, né quella della sua magnitudo.

Sfortunatamente però questi dati macrosismici storici sono l’unica fonte che abbiamo.

Tutto questo complica la vita a chi è incaricato di verificare (e riverificare) tutta questa mole di dati scollegati tra loro.

La storia è ricca di fatti interessanti e strani.

Di certo non lo sapete ma anche in Italia abbiamo avuto degli tsunami come quello di Rimini, che è costato la vita a 200 persone circa 350 anni fa.

Chiudendo questa piccola parentesi possiamo dire che il processo di definizione di un terremoto si articola in 4 fasi:

  1. Analisi delle fonti storiche
  2. Aggregazione delle fonti storiche per evento
  3. Per ogni evento viene definita una certa intensità macrosismica
  4. Viene definita la posizione dell’evento sismico

Poi da questi valori, tramite calcoli matematici viene definita una ipotetica magnitudo (magnitudo momento).

Adesso hai capito a grandi linee come viene determinato un evento sismico antico.

Penso che ti sia ben chiaro che quindi i dati che abbiamo a disposizione non sono perfettamente attendibili e quindi vanno maneggiati con estrema cautela.

Con questa ultima frase voglio dire in sostanza che essendoci dei possibili errori nei dati storici, dovremmo cercare di dimensionare maggiormente il rischio.

Qui da noi si dice “stare dalla parte della ragione (o dei bottoni)”.

Di queste continue modifiche e aggiustamenti abbiamo prova ogni volta che c’è la costruzione di una nuova mappa.

Se prendiamo il catalogo CPTI (catalogo parametrico terremoti italiani) del 2015, fatto dell'INVG, possiamo vedere che c’è un confronto con i dati del 2011 (quindi vicini tra loro) in cui si evidenzia che ben 50 terremoti presente nel catalogo vecchio sono stati tolti:

  • 32 tolti perché ritenuti falsi ,
  • 18 tolti per altri motivi (dati non completi, dati poco attendibili…)

 

E' lo stesso ente (INGV) incaricato alla stesura del catalogo dei terremoti che dopo 4 anni dichiara che ci sono svariati terremoti ritenuti falsi.

E poco dopo dichiara che ci sono 3129 terremoti in cui si osservano differenze di localizzazione e magnitudo.

E nei cataloghi precedenti le cose si ripetono.

Sei sicuro che possiamo fidarci dei dati attuali, che provengono da fonti inattendibili che hanno anche 1000 anni?

Se dal 2011 al 2015 abbiamo avuto delle revisioni di questo genere figuriamoci negli anni passati come erano fatte le nostre mappe sismiche.

In ogni caso nessuno ci dice che i terremoti rimasti siano quelli corretti, perché ad ogni nuova versione vengono modificati diversi dati.

 

TerremotiMolto spesso, a ogni revisione, vengono spostati terremoti anche di centinaia di km (anche 400) per errori di posizionamento.

E queste modifiche si sono viste anche tra la versione del 2008 e quella del 2011 che non sto qui a riportarti.

Sfortunatamente questi dati non sono pubblicizzati e resi disponibili a tutti, altrimenti susciterebbero sicuramente delle plemiche molto accese.

Quello che voglio far notare è che, anche se sei in una regione con rischio inferiore ad altre non devi essere tranquillo.

Potrebbe esserci stato un terremoto non catalogato, per vari motivi:

  • Perché in quella zona negli anni passati non c’era una città e quindi nessuno l’ha sentito
  • Perché è stato catalogato in qualche altro posto
  • Perché i dati sono stati persi negli anni o perché non hanno avuto ulteriori riscontri

Devi considerare inoltre, come ti ho già spiegato, che anche se in una zona ci sono stati terremoti di un certo grado non c’è sicurezza che non ne possano avvenire di molto più forti.

Anzi.

Basta che guardi qui sotto cosa scrive l’istituto nazionale!

 

L'allarme dell'Ingv: "Attesi in Italia terremoti 30 volte più forti"

Il sismologo, livello costruzioni deve essere adeguato

Pubblicato il: 26/08/2016 16:26

 

Perciò se io fossi in te, se dovessi costruire la mia prossima abitazione penserei di farla con una resistenza ben superiore a quella prevista per legge che si basa su questi dati poco attendibili.

Questa scelta sarà di particolare importanza per te e la tua famiglia, sia per la loro sicurezza e incolumità, sia perché vedrai gettati al vento anni di lavoro per costruirla.

Conosci molto bene anche tu le condizioni in cui vivono migliaia di famiglie in Italia che sono state sradicate dal proprio territorio e vivono in tende o baracche di fortuna.

Con questo spero di aver risposto a tutti i lettori che mi hanno chiesto un approfondimento su questo argomento.

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Ci vediamo al prossimo articolo!

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Categorie: Problema sismico

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