IL TERREMOTO: MALATTIA DALLA SERA ALLA MATTINA

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“Prima di allora non avevo niente”

Prima di cosa?

Prima della malattia da terremoto....

E cosa sarebbe?

.................

Molti dei miei pazienti raccontano di una sorta di svolta della loro vita in cui prima si ritenevano sani e poi hanno cominciato più o meno gradualmente a vedere il loro castello di salute distrutto.

 

Questo è l’inizio di un articolo scritto da una mia carissima amica, specializzata in diagnosi e alimentazione che aiuta le persone a fare un percorso definito e preciso verso la risoluzione dei problemi autoimmuni.

Non pensate siano cose troppo complicate.

E’ scritto tutto in maniera semplice ma efficace.

Ti consiglio vivamente di non perdere neanche un riga di questo articolo.

Adesso tolgo il disturbo e ti lascio nelle sue “mani”.

 

Ciao

Mi chiamo Ethel Cogliani.

Da anni mi accupo di aiutare le persone che soffronto di problemi autoimmuni.

Magari non ne hai mai sentito parlare di questi problemi.

E invece ormai sono all'ordine del giorno, anzi hanno un tasso di crescita molto elevato.

Sono patologie che ti possono capitare da un giorno all'altro, ma in questo articolo voglio parlare in maniera specifica dei problemi che possono nascere dopo un terremoto.

Ci sono alcune cause ricorrenti quando si instaurano le problematiche autoimmuni e in queste situazioni è spesso facile determinare un momento ben preciso in cui insorgono come ade esempio:

  • INFEZIONI non curate
  • INFEZIONI malcurate
  • INTOSSICAZIONE
  • EVENTO TRAUMATICO

Il 99% dei casi riguardano queste 4 categorie.

Nel restante 1% si parla di persone che nascono con determinati problemi o che vivono un graduale declino che gli impedisce di capire realmente quando è iniziato a sorgere il problema o magari hanno una predisposizione che lentamente, con l’avanzare dell’età e il ridursi della risposta pronta del corpo, vengono portati a stare male o sono traumi subiti dalla madre durante la gravidanza che gli hanno scatenato la problematica.

Una delle considerazioni maggiormente gettonate dai medici è quella che la patologia è una questione strettamente genetica per cui si è predisposti o meno ad ammalarsi.

Questo sicuramente ha un fondo di verità, perché ciascuno ad ogni evento può rispondere in modo diverso in base alle sue particolari predisposizioni, ma è pur vero che se quell’evento nello specifico non fosse avvenuto non ti saresti ammalato.

Ormai ho una casistica abbastanza elevata per poter fare un po’ di statistica:

  • Il 5% sono infezioni non curate
  • Il 10% infezioni malcurate
  • Il 15% intossicazione
  • Ma i vincitori in questa triste gara sono tutte quelle persone, che vanno poi a costituire il 70% dei miei pazienti, che cominciano ad ammalarsi in seguito ad un periodo di stress o un evento traumatico.

Ma in realtà queste 4 cause sono molto più correlate di quanto crediamo e questa relazione fa diventare l’evento traumatico un punto di non ritorno in cui, come una valanga non riesce a contrastare la gravità, il corpo non riesce a contrastare le forze che lo tirano sempre di più verso la malattia.

Quali possono essere questi eventi traumatici?

Licenziamento, violenze fisiche e psichiche, traslochi, matrimoni e separazioni, lutti, terremoti…

Sì, tra le tante cause ci sono anche i terremoti.

Tra i miei pazienti diversi vengono dalle zone terremotate e, tra questi, 2 in particolare ricordano perfettamente che le loro problematiche sono subentrate proprio in seguito al terremoto dell’Aquila (2009). È quasi un decennio che combattono contro i postumi di un terremoto. Una vera e propria malattia da terremoto.

No non sono ferite fisiche, sono ferite psicologiche che il corpo ha somatizzato trasformandole in malattia.

Il corpo sta male ma è la mente che lo ha portato a vacillare.

Vedersi la casa crollata addosso, dover pensare per le ore che erano passate dal momento in cui era crollata al momento in cui sono arrivati i soccorsi, se i propri cari erano sopravvissuti. Il freddo, la fame, la paura.

E dopo la sensazione di incertezza che tutto questo possa accadere di nuovo e che di nuovo la propria famiglia non abbia un tetto sotto cui stare.

Ed è a questo punto che i medici hanno un altro alibi per la tua malattia: lo stress. Quindi la persona viene inviata da uno psicologo o a prendere antidepressivi o ansiogeni o qualsiasi altro psicofarmaco viene in mente.

Quindi ora i medici, prima di valutare il tuo problema in modo serio hanno ben 2 alibi: la genetica e lo stress.

Il che in parte è vero, ma questo processo come si è innescato si può far regredire… se e solo se ne capisci il meccanismo e se ne dà il giusto peso, non solo a questo evento ma anche al reale danno che è subentrato.

Come si traduce questa emozione in uno squilibrio fisico ancora si sta indagando, e ogni giorno si aggiungono sempre più dettagli su questa porta tra psiche e corpo.

Uno dei guardiani di questa porta è proprio il surrene.

Il surrene è una ghiandola molto delicata ma allo stesso tempo molto sfruttata nella società.

È la ghiandola che gestisce lo stress (e già con questo potrei aver detto tutto).

È molto difficile per chi ha subito dei traumi forti recuperare, perché continuamente sottoposto a stress di ogni tipo causati semplicemente dalla vita e dalla società in cui viviamo.

Questo un dato di fatto.

E quindi giù con ansiolitici, antidepressivi.

Cosa ha portato realmente alla malattia?

Una cosa è certa, se il problema si fosse fermato alla mente molto probabilmente non ci si ammalerebbe.

Quindi è importante capire, anche a grandi linee, i meccanismi che si possono innescare partendo, ad esempio, dal trauma di un terremoto.

Possibile veramente che basta un solo evento per distruggere la nostra salute?

Si dice sempre che “Non si ingrassa da Natale a Santo Stefano ma da Santo Stefano a Natale” e questo detto vale anche per la malattia.

E infatti di solito non è l’evento unico, per quanto traumatizzante possa essere, a generare il problema, ma è la paura costante e il senso di precarietà che si genera dentro che causa malattia, tant’è che il discorso vale anche se non capita direttamente a te ma capita a qualche tuo caro o una persona a te vicina.

Cerco di spiegare bene questo concetto.

Il nostro corpo si è adattato, nel corso della nostra storia evolutiva, a stress di grande entità ma breve durata (eustress) che attiva tutta una serie di risposte protettive ed è proprio il surrene la ghiandola che ci ha sempre aiutato a questo scopo.

Questa risposta a stress acuti ma brevi si chiama allostasi, ed è una risposta adattativa (naturale e fisiologica) dell’organismo a mantenerci in equilibrio nonostante gli insulti dall’esterno.

Ma il problema arriva dopo.

Il problema arriva infatti quando la paura e il senso di precarietà che l’evento principale ha determinato, non permette al corpo e alla mente di riposarsi da questo stress e di recuperare.

E' qui che scatta la malattia da terremoto.

Infatti, quando questo accade, le risorse del corpo vanno piano piano esaurendosi in un meccanismo assolutamente difficile da gestire a meno che non si conoscono i vari pezzi e si dispone di un certo grado di tranquillità e stabilità per far calmare il meccanismo che si è innescato.

Come puoi calmarti se vivi nella stessa casa che è crollata e che potrebbe crollare di nuovo se arriva un terremoto perché non sei più così sicuro che quella struttura possa reggere?

Difficile.

E questo porta a stress cronico (distress) ad ulteriore esaurimento delle risorse “energetiche” del tuo corpo e del tuo cervello entrando in un meccanismo che prende il nome di carico allostatico.

Cosa accade in un corpo sottoposto a stress cronico?

Lo stress cronico interferisce direttamente sul tuo Sistema Immunitario che inizia a vacillare finché, in seguito a crollo può prendere 2 strade differenti:

  • l’inizio di un tremendo calvario di infezioni continue (e qui torniamo al discorso che molte malattie croniche e autoimmunitarie nascono da infezioni mal curate o non curate).
  • una sorta di ribellione, ma in realtà è molto più simile al concetto di “andare in tilt”, del Sistema Immunitario per cui questo si rivolge direttamente verso i propri tessuti generando autoimmunità.

Diciamo che da vie diverse potrebbero far nascere una problematica più complessa.

Il tutto in seguito ad un singolo evento stressogeno?

Ebbene sì.

Ma per capire veramente il quadro bisogna fare qualche passo indietro e capire un concetto difficile che si chiama PREVENZIONE associato ad un altro concetto difficilissimo che si chiama PROATTIVITÀ.

Noi viviamo la vita in modo molto particolare: difficilmente a meno che non diventano impellenti da fare, facciamo le cose prima che diventino un problema.

E su questo penso che siamo tutti d’accordo.

 

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Abbiamo delle priorità in base anche alle scadenze e pensare alle catastrofi non ci piace, ci piace più farci prendere dalla routine che ci dà delle priorità più accettabili. Anche da studenti cosa facciamo? Quando abbiamo un esame tra 3 mesi la nostra priorità è goderci le feste universitarie poi quando l’esame è ad una settimana ci battiamo il petto in un mea culpa che non mi sono attivato prima ora come faccio a studiare 900 pagine.

Ditemi se non ti è capitato e non ti crederò.

Ogni giorno ci creiamo problemi dove non dovrebbero essercene e quindi ci creiamo stress anche se non dovrebbe essere sentito come stress.

Il nostro corpo ama gli stress acuti e poco ripetuti e odia gli stress anche ridotti ma ripetuti nel tempo.

Se lo stress acuto arriva in una condizione abbastanza stabile, infatti, non sortisce un effetto disastroso, gestisce il problema temporaneo e come arriva se ne va.

In una società e una mentalità come la nostra in cui i problemi, piccoli o grandi che siano, ma anche quelli di sola gestione familiare sono all’ordine del giorno il nostro sistema di allerta è sottoposto a continue sollecitazioni che lo distraggono da ciò che è la reale priorità e riducendo la capacità di spinta quando è veramente necessaria.

Noi non viviamo nell’idea che possa accaderci qualcosa. Il nostro cervello è programmato per mettersi in allarme solo dopo che accade qualcosa, quindi viviamo una vita dissipando le nostre energie e quando arriva il momento giusto e le dobbiamo utilizzare… non le abbiamo a disposizione.

E ci chiediamo il perché.

Il perché è causato dalla nostra incapacità di costruire delle basi solide prima che arrivi un problema invece di piangere dopo.

È lo stesso meccanismo poi con cui si costruiscono le case: le case devono reggersi in piedi quel tanto che basta per scaricare eventuali responsabilità che sia colpa della modalità con cui sono state costruite e non perché debbano tenersi in piedi per limitare al minimo i danni della famiglia che ci vive a prescindere da quello che potrebbe accadere con il tempo.

La priorità immediata è quella di risparmiare (sia da parte del costruttore che da parte del proprietario), poi quello che potrebbe accadere nella testa di entrambe le parti non è al momento della costruzione una priorità.

E l’atteggiamento verso la nostra salute non è molto diverso da quello con cui si costruiscono e si commissionano le case, ed entrambi, guarda caso, sono deleteri.

La storia dei 3 porcellini tutti la consociamo a memoria ma nessuno ne ha mai capito il messaggio sufficientemente a fondo da applicarlo nella vita.

Nel caso di stress cronico possono subentrare seri problemi nella gestione dei ritmi sonno‐veglia e dei processi immunitari spesso caratterizzati da ridotta mobilità dei leucociti, riduzione della risposta immunitaria innata e acquisita e quindi con una seria diminuzione delle capacità di difesa del corpo.

Stile di vita, alimentazione, abitudini o le stesse esperienze in cui siamo cresciuti sono andate nel tempo già a logorare tutto il Sistema Salute… e poi arriva lo stress che distrugge l’equilibrio già precario.

 

Quindi l’evento stressogeno che magari sembra essere la causa di tutto non è l’unica causa ma è solo la goccia che fa traboccare il vaso. Perché avviene questo?

 

Questo avviene perché gli ormoni associati allo stress e al carico allostatico come abbiamo già detto, proteggono l’organismo nel breve periodo e producono adattamento, ma nel lungo periodo il discorso è molto differente: il carico allostatico può causare danni che conducono quasi inevitabilmente a malattie quali: obesità, promuovendo l’accumulo di grasso addominale; osteoporosi, causando la perdita di minerale a livello osseo; perdita di memoria, causando l’atrofia delle cellule nervose dell’ippocampo.

Ma tutti questi processi hanno un’unica causa e deriva dallo squilibrio della regolazione surrenale.

Sì, poi le complicazioni a livello dei singoli distretti ci sono ma, prima che accadesse tutto, si partiva dal surrene e dalla incapacità di far rientrare la situazione di stress.

Quindi alla malattia ci si arriva tramite una condizione di stress continuo in cui si inserisce un evento, che funge da goccia che fa traboccare il vaso, e al quale segue una difficoltà del corpo di rientrare dai livelli di allarme raggiunti a causa dello squilibrio innescato dalla somma di entrambe le componenti stressogene… il tutto causa degenerazione e continuo impoverimento da parte del corpo e, quindi, malattia cronica.

Un quadro che io cerco di combattere costantemente con i miei pazienti insegnandogli a darsi come unica priorità nella vita loro stessi ma che mi accorgo diventa impossibile da debellare se nella loro testa si inserisce uno stress legato alla loro insicurezza:

Questa volta siamo sopravvissuti, ma la prossima volta?

È questa domanda che impedisce al sistema di allarme di spengersi e la sirena continua a suonare giorno e notte: il sonno viene meno o diventa troppo superficiale e poco ristoratore, ci si sveglia con l’ansia, la digestione si appesantisce, i dolori si affacciano prepotenti in tutto il corpo, i pensieri diventano cupi cadiamo in depressione e così il circolo si alimenta per anni.

Che poi sarebbe bastato aver investito magari 30 anni fa in una casa con l’idea che reggesse al terremoto: ma potevi 30 anni fa prevederlo?

Dico sempre che vorrei tantissimo che nessuno diventasse mimo paziente, perché chi è mio paziente ha problemi più o meno gravi che non auguro a nessuno, ma è il Sistema e il modo di pensare che genera questi problemi ed è il motivo per cui ce ne saranno sempre.

malattia terremoto

ETHEL COGLIANI

Biologa Nutrizionista

Autrice dei libri “Dietro la Malattia” e “Tiroide X-Files”. Specializzata nell’intervento funzionale sulle malattie autoimmuni con alimentazione ed integrazione. Sviluppatrice del metodo Immunoreica, la soluzione più veloce per guarire dalle malattie autoimmuni senza farmaci, che è il metodo con cui interviene ogni giorno sui suoi pazienti.

LINK:

http://dietrolamalattia.com

http://tiroidexfiles.com

http://immunoreica.com

  

Adesso tocca di nuovo a me.

Spero tu abbia letto tutto l’articolo della mia amica Ethel.

Non siamo solo noi di WonderWall che sosteniamo che il trauma del terremoto può avere ripercussioni molto serie sulla vita tua e dei tuoi familiari.

Specialisti del settore lo dicono..

Adesso hai anche un punto di vista molto scientifico sull’argomento.

Spero ne farai buon uso, quando dovrai prendere la tua decisione.

Non voglio perdere ulteriore tempo, decantando i benefici che potresti avere comprando una casa antisismica WonderWall.

Voglio lasciarti a riflettere su quello che hai letto.

Ho pubblicato integralmente e senza nessuna modifica questo importante articolo di Ethel ha scritto di sua spontanea iniziativa, per aiutarmi a diffondere la cultura della prevenzione del terremoto.

Un saluto

Riccardo

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Categorie: Problema sismico

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